Oltre 44 mila lavoratrici e lavoratori che hanno aderito negli ultimi anni a misure di uscita anticipata rischiano di ritrovarsi dal 1° gennaio 2027 senza reddito e senza contribuzione
Pensioni: tornano gli esodati. Ancora una sorpresa amara per tante lavoratrici e lavoratori penalizzati dalle (non) politiche del governo che tratta la previdenza come una fonte da cui attingere a mani basse per fare cassa. Oltre 44 mila lavoratrici e lavoratori, che hanno aderito negli ultimi anni a misure di uscita anticipata, per effetto dell’adeguamento automatico dei requisiti pensionistici alla speranza di vita rischiano di ritrovarsi dal 1° gennaio 2027 senza reddito e senza contribuzione.
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i dati dell’Osservatorio statistico Inps: il 53,5% delle pensioni vigenti al 1° gennaio 2025 ha un importo inferiore a 750 euro. Percentuale che sale al 64,1% tra le donne. Di queste, 4,1 milioni di pensioni (pari al 43,1%) beneficiano di integrazioni al reddito legate alla soglia minima.
“È inaccettabile che più della metà delle pensioni sia sotto la soglia della dignità. Lo ribadiamo al governo, che aveva promesso il superamento della legge Fornero ma nei fatti è riuscito solo a peggiorarla azzerando ogni forma di flessibilità in uscita e tagliando la rivalutazione: serve una riforma vera, che garantisca pensioni adeguate e dignitose, soprattutto per le donne e i giovani che spesso hanno carriere discontinue o lavori precari”.
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