“L’11 e 12 aprile a Milano lanceremo la campagna”, dice il leader Cgil al Corriere della sera: “Mi aspetto che i partiti invitino i cittadini a votare”
“Ci sono tutte le condizioni per raggiungere il quorum. Certamente non è facile in un Paese dove ormai metà degli elettori non va a votare. Ma questo è un voto che non delega, ma consente di decidere direttamente”. Così il segretario generale Cgil Maurizio Landini, parlando dei cinque referendum dell’8-9 giugno in un’intervista apparsa oggi (lunedì 31 marzo) sul Corriere della Sera.
“In caso di vittoria, il giorno dopo il voto due milioni e mezzo di persone otterranno la cittadinanza italiana, i lavoratori delle aziende con più di 15 dipendenti riavranno tutti l’articolo 18 contro i licenziamenti e si estenderà alle imprese appaltatrici la responsabilità in caso di incidenti sui lavori appaltati”, ricorda il leader sindacale.
Landini sottolinea che “diversi partiti hanno firmato per il referendum, quindi mi aspetto che facciano la loro parte durante la campagna referendaria, che formalmente si aprirà tra qualche settimana. E mi aspetto che tutti i partiti, indipendentemente dalla loro posizione, invitino i cittadini a votare. Troverei inaccettabili gli inviti ad andare al mare, un vero attacco alla democrazia”.
Concludendo sul tema dei cinque quesiti, il segretario generale Cgil annuncia che “l’11 e 12 aprile a Milano lanceremo la campagna referendaria. Il 12 saremo in piazza in 120 città e a Bruxelles e Parigi perché, lo ricordo, potranno votare anche i cittadini fuori sede in Italia e all’estero per motivi di studio, lavoro o cura”.
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